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Gli Eventi



“Cosa penserebbero gli altri?”. “Cosa direbbero di me?”. “E se poi va male?”. “E dopo che faccio?”

A chi non è mai capitato di porsi queste domande?

Beh, a me si e ci cado anche adesso ogni tanto.

Se non ti è mai capitato, meglio così per te. Forse hai sempre avuto una grande capacità di stare centrato sui tuoi bisogni, su quelle che sono le tue emozioni ed i tuoi valori. Questi aspetti implicano una grande consapevolezza di sé stessi. Quindi complimenti davvero.

O magari pensi che gli altri abbiano in serbo per te solo complimenti e tanta ammirazione o forse… vivi su un’isola deserta.

Una delle tre, ma spero vivamente che sia la prima, perché su un’isola, seppur paradisiaca, alla lunga, da soli, ci si annoia.

 

Ecco, fatta questa premessa, avanziamo di un gradino e proviamo a chiederci:

QUANTO È DIFFICILE, A VOLTE, DIRE CIÒ CHE CI PIACE?

 

Nella vita di coppia, con gli amici, in famiglia, con i colleghi.

Basti pensare a quella volta che avremmo voluto vedere un film ma, davanti al gruppo di amici che lo sbeffeggia e ne propone altri, non ci siamo azzardati a dire la nostra. Semplicemente ci siamo limitati ad annuire, magari anche con un mezzo sorriso di finta complicità.

Oppure mi viene in mente anche quell'abitudine, quella un po' particolare, quella che agli occhi degli altri risulterebbe magari un po’ bizzarra. Che non ammetteremmo mai perché ritenuta “socialmente strana”, sconcia, sporca, sbagliata, complicata. Tutti ne abbiamo una, ne sono certa. Anche tu che stai pensando “No, io no”. Riflettici, sono sicura che qualcosa tirerai fuori.

 

Ho riportato due esempi simpatici, semplici e diffusi; e se è vero che “mal comune mezzo gaudio”, è anche vero che a volte questo timore diventa qualcosa di più di un semplice episodio passeggero.

 

Pensate a quelli che avevano un sogno nel cassetto, magari diventare un musicista, un ballerino, un grande artigiano… e che quel sogno lo abbiano dovuto chiudere a doppia mandata nel dannato cassetto, senza nemmeno tentare. In questo caso la paura di rimanere scottati e farsi del male insieme alla paura di fallire erano troppo grandi per rischiare e allora si è scelta un’altra strada. Quella che, inizialmente, reputavamo la più sicura. Senza pensare, che poi, però’, avremmo avuto un prezzo più grande da pagare più tardi nel tempo, fatto di rabbia, frustrazione, rimorso e tanti SE.

 

Oppure, mi viene in mente quel giovane ragazzo che avrebbe voluto tanto scegliere quella facoltà o quel lavoro che tanto gli piacevano ma per non deludere i genitori, per paura della loro disapprovazione, per il timore perdere il loro amore, ha accantonato quelli che erano i SUOI sogni.

O ancora pensate alla sessualità. Per tantissime persone esprimere al partner ciò che piace o ciò che non piace durante il rapporto è quasi impossibile, perché si ha paura di ferire l’altro, perché si prova imbarazzo, si teme il rifiuto o perché si ha paura di venire derisi. E allora lasciamo che le cose vadano così, fino a che il sesso poi, non diventa una routine, un dovere e si creano barriere sempre più alte che ci fanno sentire estranei con il proprio partner.

 

Potrei andare avanti con mille altri esempi in cui, davanti al bivio che ci mette di fronte alla scelta tra quello che ci piace e quello che ci piace un po’ meno, inevitabilmente optiamo, a nostro discapito, per ciò che ci soddisfa in misura minore. Scegliamo il grigio al colore.  Scegliamo di ascoltare la voce della paura e mettiamo via una parte di noi, perché è più facile, perché in fondo possiamo farne a meno, perché forse era solo un capriccio, perché la vita vera è fatta di doveri.

 

È COLPA TUA

Siamo sempre preoccupati di ciò che potrebbero pensare gli altri o di ciò che potrebbe accadere. Ci lasciamo risucchiare dalla PAURA DEL GIUDIZIO, dalla PAURA DI FALLIRE, dalla PAURA DI FERIRE, che diventano come sabbie mobili dalle quali poi non riusciamo più a risalire.

Ci adattiamo all'altro per paura di svelare qualcosa in più di noi, quella parte che lasciamo nascosta. Quella parte che è meglio non mostrare, non esprimere. Quella parte che, come abbiamo visto, a volte è una passione, un sogno, un desiderio o un bisogno che invece lasciamo silente, che lasciamo morire di stenti perché alla fine forse… è meglio così.

Chi è il responsabile? Quale parte di NOI? Eh già, perché non sempre riguarda gli altri. Non sempre possiamo puntare il dito. A volte dobbiamo guardarci dentro e assumerci la RESPONSABILITÀ.

 

IO HO PAURA E VA BENE COSÌ

Impariamo a fermarci un attimo. Impariamo a porci i giusti interrogativi.

Quindi basta con quelle domande con cui ho aperto l’articolo (“Cosa penseranno gli altri?”, “E se poi fallisco?”, ”Cosa diranno di me?”), cariche di giudizi e accuse.

Iniziamo a rivolgerci a noi stessi, a guardarci dentro, mettiamoci in ascolto di quelle che sono le nostre emozioni. È difficile ma si può imparare. Come?

Con l’allenamento e l’esercizio.

Fermiamoci, respiriamo e chiediamoci “COME MI SENTO?”.

Una volta identificata l’emozione (per esempio, paura del giudizio) proviamo a indagare da dove arriva (“perché mi spaventa così tanto l’idea che qualcuno possa pensare una certa cosa di me?”).

Sembra facile ma non lo è. Provate a proporvelo con regolarità, magari iniziate da quelle situazioni che non vi arrecano troppo danno, quelle di cui siete padroni. Va benissimo esercitarsi anche con le emozioni positive, vi sorprenderete.

Questa modalità di affrontare la situazione vi aiuterà innanzitutto a conoscervi meglio, diventando gradualmente consapevoli delle vostre emozioni così da poterle gestire. In questo modo diventerà più semplice compiere le vostre scelte senza venire sopraffatti dalla paura, lasciando in questo modo più spazio al PIACERE e ai suoi colori. Diverrete RESPONSABILI di voi stessi e delle vostre scelte.

 

Si può avere paura, si deve avere paura. A volte è protettivo.

Magari una volta imparata questa nuova modalità di affrontare le situazioni potrete anche dire “Si, ho paura! Ma va bene così”.


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