Pubblicato il 02 marzo, 2019
Esiste un particolare tipo di dipendenza affettiva, la co-dipendenza, più comunemente nota come “sindrome della crocerossina”, in cui il dipendente si lega a una persona problematica, “da salvare”.
La caratterista comune a tutte le relazioni di co-dipendenza è il filo conduttore che lega i partner: il bisogno.
La persona dipendente si illude che grazie al suo amore l’altro guarirà. Tuttavia, le persone che chiedono di essere salvate, è quasi impossibile che possano cambiare con il solo aiuto del partner.
Solitamente la persona problematica ha a sua volta una dipendenza, tant'è che questo termine è nato negli anni ottanta all'interno dei gruppi di auto mutuo aiuto, descrivendo le caratteristiche delle compagne di uomini alcolisti.
Il partner della crocerossina ha solitamente caratteristiche di personalità disfunzionali che lo portano a cercare l’aiuto del salvatore il quale impiegherà una grande quantità di energie e di tempo per aiutarlo, ad un tratto però inizierà a mettere in atto comportamenti controllanti.
A questo punto la persona problematica inizierà a vivere il suo salvatore come la causa dei propri problemi.
In questo tipo di relazioni i partner vedranno alternarsi ciclicamente intense emozioni positive e negative definendo una condizione in cui non si riesce a lasciarsi né a stare bene insieme.
Nel caso in cui poi, il partner inizi a stare meglio, la crocerossina sentendo venire meno il suo ruolo di salvatrice, reagirà provando a contrastare il cambiamento per tenere legato a sé l’altro.
COME USCIRNE?
Spezzando questo legame. Ma come?
- Innanzitutto è fondamentale riconoscere i sintomi della dipendenza affettiva
- Interrompere volontariamente la relazione
- Focalizzarsi su di sé, sulla propria identità (“Chi sono io senza l’altro?”) e sul proprio benessere
L’unico modo per uscirne dunque, è quello di rinunciare a salvare l’altro concentrandosi invece sul PROPRIO percorso di consapevolezza.
In questi casi potrebbe essere difficile e doloroso fare tutto da sola ed è per questo che è importante rivolgersi a un professionista che aiuti a risolvere i meccanismi disfunzionali in un ambiente di accettazione libero dai vincoli che invece legano all'altro.
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